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martedì 1 novembre 2011

PERCHÈ , IL NOSTRO È UN PAESE DI MERDA.

Lasciamo un paese di merda alle nuove generazioni, che non possono cogliere più alcuna opportunità ne speranza di un futuro.
 Abbiamo sperperato ogni risorsa e deluso ogni loro aspettativa. I nostri figli e nipoti erediteranno il peso di un debito che non potranno mai pagare, ma, ancora di più, quel bagaglio di valori morali, umani, principi etici e dose di buon senso, che abbiamo mercificato e svenduto per delle lusinghe,e false promesse.
Ed in questo periodo duro e falso,che ci appare all'improvviso come un sogno da cui piano piano tutti ci stiamo svegliando e prendiamo coscenza della realtà,
con gli occhi ancora assonnati e la mente stordita ,trovo perfetta e straordinariamente puntuale questa poesia di giovanni pascoli.

Questa la parte dell'inno anarchico-insurrezionalista
di Giovanni Pascoli diffusa al convegno di San Mauro Pascoli.

''Soffriamo! Nei giorni che il popolo langue
e' insulto il sorriso, la gioia e' vilta'!
sol rida chi ha posto le mani nel sangue,
e il fato che accenna non teme o non sa:
Prometeo sull'alto del Caucaso aspetta,
aspetta un bel giorno che presto verra'
un giorno del quale sii l'alba, o vendetta!
Un giorno il cui sole sii tu, liberta'!
Soffriam! Che' il delitto non regna in eterno!
Soffriam! Che' l'errore durare non puo'!
Gia' Satana giudica nel pallido inferno
il Dio dei tiranni che al buio il danno'!
Soffriam: le catene si spezzano alfine
allor che pugnali, ne' piaccia foggiar;
fra un mucchio fumante di sparse ruine
gia' Spartaco e' sorto tremendo a pugnar.
Soffriamo, o fratelli! La mano sul cuore
lo sguardo nuotante, nell'alba che appar!
Udite?! Le squille che suonano l'ore
a stormo tremendo desiano suonar!
Gia' mugghia il tremuoto laggiu' nella reggia!
S'accampa nei templi superbo il pensier!
Un rosso vessillo nell'aria fiammeggia,
e in mezzo una scritta vi luccica in ner:
le dolci fanciulle che avete stuprato,
i bimbi che in darno vi chiesero il pan,
nel giorno dell'ira, nel giorno del fato,
i giudici vostri, borghesi, saran''.

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